bi 191 u
philips
restauro
bi 191 u
philips
restauro
Iniziamo il restauro di un esemplare Philips … in particolare questo piccolo modello da ‘cucina’ del 1951 è interessante per alcune soluzioni circuitali che la rendono particolare. Occorre considerare che la Philips voleva realizzare un modello dal costo estremamente contenuto. Questo modello è privo di trasformatore di alimentazione, monta solo 4 valvole anzichè 5 come i circuiti concorrenti, usa valvole con attacco RimLock e può essere alimentata solo a 110 Volt o 160 Volt … vedremo poi che, il progetto, prevedeva anche una resistenza opzionale per il funzionamento a 220 volt. E’ una radio a sole OM ma dalla selettività interessante e , qualitativamente parlando, un prodotto Philips di quei tempi, quindi, molto buono. Per alimentare i filamenti delle valvole, mancando il trasformatore, sono state usate valvole ‘U’ con tensione di filamento elevata … mettendo in serie tutti i filamenti ( ed una lampadina x la scala parlante ) si arriva alla tensione di rete … in questo modo quindi si alimentano i filamenti direttamente dalla rete elettrica!!
Restauro mobile bachelite
Il mobile di questo modello è costruito integralmente in bachelite, lo stato di conservazione del mio esemplare non è disastroso, anzi, non presenta sbeccature, crepe o parti mancanti ma, come visibile in molti punti, la vernice originale è consumata o è scheggiata ( probabilmente a seguito di qualche urto). L’idea di ripulirla e lasciarla così ‘ in patina’ non mi piace perchè preferisco portare l’oggetto all’aspetto originale per fare bella mostra di se oltre che funzionare. Chi vorrebbe nella propria abitazione un oggetto che, seppur antico, mostra segni di usura così evidenti e antiestetici? Certo, se parlassimo di un mobile in legno probabilmente sarei io il primo ad apprezzarne i ‘difetti del tempo’ ma, in quest’ultimo caso si parla di un mobile artigianale che probabilmente è un pezzo unico al mondo e che non ha senso riverniciare; il mobile di questa radio invece è di produzione industriale, in plastica … per mia personale opinione è tutto un altro discorso! Per cui procedo alla pulizia completa del manufatto sverniciando la plastica e riportando la bachelite allo stato originale. Qui di lato è visibile il risultato della lavorazione. Dopo una carteggiata leggera procedo con diverse mani di vernice bianco perla ( RAL 1013) per riportarlo al colore originale. A seguire applico diverse mani di trasparente protettivo.
,
Lo schema elettrico
Analizziamo ora lo schema elettrico di questa radio. Le valvole utilizzate, come già detto sono tutte della serie U e quindi la tensione di accensione del filamento è più elevata che nella norma. Come possiamo notare un ramo della tensione di rete viene interrotto dall’interruttore ( integrato nel potenziometro del volume) per poi entrare nel cambio-tensione che, in pratica non fa altro che inserire o meno nel circuito di alimentazione la resistenza R3 da 86Ω … in pratica una resistenza di caduta nel caso si selezioni il 160V. Vediamo che sullo schema viene anche indicata la corrente totale del circuito 60 mA e, in calce, altri valori molto utili per la riparazione.
L'alimentazione!
E’ importante, a parer mio, capire bene cosa ha progettato la Philips per questa radio; se ne trovano molte in giro ma, funzionando ad una tensione non più comune sono tutte spente o collegate ad un trasformatore di corrente. In rete non si trova nulla a riguardo se non pochissime informazioni, quindi, volendo dare una mano a tutti gli appassionati cercherò di spiegare il circuito in modo che chiunque possa ripararlo e, eventualmente, trasformarlo semplicemente a 220 Volt. La Philips in questo ci ha già dato una mano e la radio è predisposta per questa tensione … basta capirlo e si può fare a meno del trasformatore!
Partiamo dai dati certi, qui propongo la fotografia della targhetta del mio esemplare.
Ecco la parte relativa all’alimentazione; adesso faremo riferimento solo a quest’immagine in cui ho anche rimosso le frecce che indicano la posizione per i 160V e 125V che sono fuorvianti. Tutto il circuito della radio è stato sostituito dalla resistenza equivalente che vedete all’estrema destra e per dimensionarla ci baseremo sui valori riportati dalla Philips.
La prima considerazione da fare e che tutte le resistenze ( e valvole) hanno delle tolleranze abbastanza ampie e quindi, anche se ora andremo a fare qualche calcolo dovremmo considerare che queste tolleranze influiranno in + e in – sui valori che andremo a calcolare . Altra considerazione che dobbiamo necessariamente fare è che gli schemi dell’epoca venivano disegnati dai ‘giovani progettisti’ che copiavano gli schemi calcolati dai ‘vecchi con più esperienza’ non è quindi raro trovare errori, incongruenze o dati errati.
Qui per esempio abbiamo una targhetta che riporta 110V 160V ma sullo schema troviamo 125V e 160V mentre sulla radio i valori sono doppi 110/125V e 145/160V. Le frecce sono fuorvianti in quanto sembra che se la freccia è verso il contatto alto il circuito sia a 125V mentre verso il basso sia a 160V … nella realtà è il contrario. Poi abbiamo riportato sulla destra dello schema la dicitura ‘ corrente totale 60 mA’ … ma a quale tensione? Si suppone 145V, visto che è marcata sull’anodo del diodo … ma, in effetti non è chiaro! Un dettaglio non di poco conto è quel “ponticello” che c’è tra i due pin inferiori del cambio tensione … … infatti quel ponticello, in pratica annulla di fatto la resistenza da 340Ω! Ultima cosa da notare, come già detto è la R2 che risulta tratteggiata in quanto nella realtà non è montata nel circuito ed è la resistenza che ci permetterà , aggiungendola, di far lavorare la radio alla tensione di 220V; vedremo anche che la Philips ha addirittura creato lo spazio e il supporto per tale resistenza … grazie Philips!!
Nell’immagine vedete la bacchetta di metallo avvitata su un supporto isolante … ecco, quello è lo spazio per la R2, sostituendo la bacchetta con la resistenza non occorrerà neanche cablarla, un lavoretto facile facile senza saldatore! Vedremo poi come procedere in modo corretto. Già che siamo qui, quel cilindro grigio subito dietro è una doppia resistenza di potenza e a tre terminali : in pratica sono le resistenze R3 ed R4 in serie montate in un unico componente. Queste tre resistenze servono tutte per adattare la tensione selezionata a quella necessaria per far funzionare il circuito, devono quindi dissipare molta potenza ( meno per i 110 e molta per la 220); per questo sono tutte resistenze da svariati watt e producono molto calore.
Per calcolare la resistenza equivalente che rappresenta tutta la radio dalla valvola raddrizzatrice in poi, consideriamo i dati riportati sullo schema, per cui una tensione di 145V e un assorbimento di 60 mA. Con questi dati calcoliamo che il circuito ha una resistenza complessiva di 2417Ω, ha una caduta di tensione di 145 volt e assorbe 9 Watt. Teniamo ben a mente questi dati che rappresentano appunto la EQ-R-Radio (resistenza equivalente radio).
Alimentazione a 110V
Vediamo ora, caso per caso le varie casistiche e, con la calcolatrice alla mano cercheremo di fare due conti sfruttando la legge di ohm e i dati che abbiamo a disposizione!
A 110Volt il cambiotensione farà il contatto in basso (guardando lo schema), quindi, da un lato andrà verso il circuito radio (EQ-R-Radio) passando per R3 (riga gialla nella foto) e dall’altro passerà in tutti i filamenti messi in serie (riga rossa) . Ora, la questione si complica un po’ … i filamenti (B6,B5,B2,B3) hanno i seguenti valori di resistenza : 310Ω,450Ω,126Ω,140Ω per un totale di 1026Ω. Perfetto ma, in parallelo ai filamenti abbiamo una lampadina da 130Volt 5Watt , allora ne calcoliamo la resistenza in 3380Ω per un assorbimento di 38 mA. Essendo la lampadina in parallelo ai filamenti le rispettive resistenze ( 3380 e 1026 ) generano una resistenza equivalente di 787Ω. Tutti i filamenti devono assorbire la stessa quantità di corrente che, appunto, è specificata nel datasheet a 100 mA a cui andranno sommati i 38 mA della lampadina. Abbiamo quindi una resistenza equivalente per i filamenti+lampadina di 787Ω in cui scorrono 138mA che fanno cadere 109Volt per un totale di 15Watt.
Guardando bene lo schema, capiamo che la EQ-R-Radio è in serie alla R3 e questa coppia di resistenze è in parallelo ai filamenti ( e di conseguenza alla lampadina). La serie R3 + EQ-R-Radio valgono perciò 2503Ω ed assorbono 44mA consumando ben 5Watt e facendo cadere 110 Volt e, come abbiamo già visto il parallelo dei filamenti + L1 vale 787Ω con 138mA di consumo 15 Watt e fa cadere esattamente 109Volt. Infine il parallelo di EQ-R-Radio + R3 con i filamenti+lampadina vale 599Ω con un consumo di 182mA e 20Watt. LA caduta di tensione totale è appunto di 110 Volt … … … e la radio funziona!
Notiamo che a 110 Volt impostati la R4 è baipassata … ed infatti non compare in nessun calcolo.
Alimentazione a 160V
Ok … vediamo ora cosa succede quando giriamo il cambiotensione sui 160 Volt. Mantenendo i calcoli precedenti per quanto riguarda i valori di resistenza e tutti i ragionamenti fatti sui paralleli vediamo che il circuito radio è alimentato direttamente (linea rossa) … prima che iniziate a dubitare e a porvi domande … precisiamo subito una cosa : vedete in tabella che il circuito radio ha una resistenza di 2417Ω e un assorbimento di 66 mA … ma non avevamo detto che erano 60ma????? Beh … 60mA era il consumo a 145Volt … a quella tensione ho calcolato la resistenza che riportata pari pari alla nuova tensione di 160 Volt mi da un consumo di 66 mA. Proseguendo sull’altro ramo vediamo che in questo caso le resistenze R3 ed R4 sono entrambe utilizzate e portano la tensione al parallelo filamenti+L1. In questo caso la resistenza totale del circuito è di 808Ω per 205 mA di assorbimento … ben 34Watt di potenza assorbita e 165Volt di caduta … (occhio ai dubbi … ricordate quanto detto all’inizio? Considerate la tolleranza dei componenti … della tensione di rete ecc.. ..).
Ci rendiamo subito conto che la radio alimentata a 160V ha un anodica nettamente più alta … e tutto il circuito e le curve di polarizzazione si spostano su un livello più altro sfruttando meglio le valvole.
Alimentazione a 220V
Ora che abbiamo analizzato e capito lo ‘standard’ vediamo gli optional … la resistenza R2!! Perchè la Philips non l’ha montata? Banalmente potremmo dire che si tratta di una questione di costi … ma se così fosse perchè spendere dei soldi per creare un supporto, farne il cablaggio ecc ecc … No, io non credo che il motivo fosse questo : il progetto era per una radio che potesse funzionare a molte tensioni diverse, in alternata ed in continua … e le resistenze venivano montate in base al paese in cui veniva venduta. Nel 1951 (anno in cui fu prodotta) vi era una gran confusione , nel dopoguerra molti impianti erano distrutti e ogni paese/regione forniva l’energia in modo indipendente … … tutto qui!
Ora, perchè usare un trasformatore 220 / 110 per alimentare questa radio e, tra l’altro, farla lavorare bassa di anodica? Semplice … non si è studiata la radio e non si è capito il potenziale di questo piccolo gioiello!! Quindi … svitiamo il ponte, posizioniamo la resistenza da 315Ω ed alimentiamo serenamente a 220. Il cambiotensione verrà messo in posizione per i 160Volt in modo da usare in serie anche le R3 e R4 che scalderanno sì, è vero, ma nello stesso modo in cui scaldano a 160Volt … sono state calcolate in modo corretto ( e vorrei ben vedere!!). Bene, nell’immagine la riga verde evidenzia il passaggio dell’altro ramo della tensione di rete ( che fino ad ora non avevamo considerato e, nella tabella subito sotto vedete i valori di tensione, resistenza e assorbimento ricalcolati per la nuova tensione. A questa tensione la radio consuma 49 Watt … ma in effetti il circuito radio si mantiene a livelli molto bassi, in questo caso ( come in parte anche per i 160 Volt) a pesare molto sull’assorbimento sono le resistenze di caduta che dissipano ( in calore) molta energia. Di sicuro non è una radio in classe A … per quanto riguarda i consumi energetici si intende!!
Alimentazione a 220V con L1 bruciata
Il mio esemplare monta, erroneamente, una lampadina da 5W ma 220V … la sua resistenza sarebbe di 9680Ω invece che i corretti 3380Ω; e chiaro che in questo caso si spostano un po’ le cose e il circuito dei filamenti avrebbe una resistenza di 1767Ω e farebbe cadere 217volt e l’assorbimento a 123 mA. A parer mio, è chiaro, meglio montare una lampadina a 220 che non montare nulla, dal punto di vista del funzionamento a regime è adirittura meglio che una a 130 ma, lo scopo della lampadina è anche un altro : in fase di accensione tutti i filamenti sono freddi e la loro resistenza è bassissima, idem per la lampadina che però offre, anche in questo caso, una resistenza inferiore e limita il picco di corrente attraverso i filamenti. Se mettessimo una lampadina a 220 questa ‘protezione’ verrebbe a mancare ( almeno in parte) e solleciteremmo ad ogni accensione tutti i filamenti. Quindi , in casi disperati, si metta anche una lampadina a 220 ma consapevoli del fatto che stiamo accorciando la vita dei filamenti e che occorre procurarne una a 130 Volt!
Credo di aver analizzato ogni aspetto dell’interessante circuito di alimentazione di questa piccola radio e spero di aiutare molti nel corretto utilizzo o nella loro riparazione. In rete non ho mai trovato nessuna documentazione a riguardo e, vista la popolarità della radio, sono sicuro che questa parte del mio lavoro potrà essere apprezzata da molti : attendo le vostre mail con le vostre osservazioni!! Adesso, procediamo nel restauro!!
Iniziamo Il restauro elettrico
Dopo l’analisi dello schema inizio come al solito l’osservazione comparativa tra schema ed apparecchio : noto subito che in questa radio sono passate molte ‘mani’ e alcune riparazioni non erano state fatte come sarebbe stato più opportuno. Nella sezione alimentazione vedo che la lampadina è da 220v invece che da 130V … alcuni ancoraggi sono saldati in modo approssimativo e con il saldatore sono stati rovinati alcuni condensatori bruciandoli. Alcuni cavi mostrano l’isolamento fuso, probabilmente a seguito delle riparazioni e i valori dei condensatori di filtro sono molto più bassi del richiesto. In particolare, cosa che mi crea non pochi problemi, è stato sostituito il condensatore verticale che doveva essere di 50 + 50 uF con uno da 16+16+64 uF e, credo successivamente, è stato aggiunto un altro condensatore da 25+25 uF … il condensatore da 1000 uf è diventato da 500 uf (di targa … ma è comunque in perdita) e il riferimento verso massa del primario del TU è saldato su un piedino inutilizzato della valvola raddrizzatrice ( da solo!) … quindi il riferimento era mancante. La mancanza del condensatore da 50+50 mi crea qualche problema in quanto, lo spazio interno per alloggiare due nuovi condensatori è veramente poco e togliere il condensatore da 16+16+64 uF genera un problema estetico ( mancherebbe un pezzo !) . Presumo quindi che quest’apparecchio è stato abbandonato poiché funzionava male, volume molto basso, ronzio, difficoltà di ricezione … … prima di continuare con l’analisi decido di riordinare la parte di alimentazione!
Del triplo condensatore non userò nulla ma lo mantengo per questioni estetiche; rimuovo completamente il condensatore da 25+25 uF monterò due condensatori da 50 uF come da schema. La valvola raddrizzatrice che ho trovato è una UY42 invece che una UY41 ; le due sono praticamente equivalenti.
Occorre non farsi ingannare dallo schema, i due condensatori di filtro da 50uF hanno il positivo verso il catodo della raddrizzatrice e il negativo verso la fase della tensione di rete. Nel mio esemplare il doppio condensatore da 25+25 uF che avrebbe dovuto sostituire i due da 50uF è, oltretutto, montato al contrario. Altro errore che ho trovato nella mia radio è la resistenza R36 da 10K che non è collegata in serie al potenziometro ma sul cursore dello stesso (insieme al condensatore). A seguire , altro errore trovato, lo spezzone di filo che funziona d’antenna, invece che essere collegato in serie alla bobina e alla resistenza R31 da 15K è collegata sulla griglia della UCH42 (???). L’ultima incongruenza riscontrata, rispetto allo schema è sul trasformatore d’uscita che, invece di collegarsi dopo la resistenza R1 da 1000Ω finiva su un piedino non usato della uy41 … e quindi rimaneva scollegato.
Si rende necessario sostituire i due condensatori da 47000 pF ( il c106 e il c104) che sono entrambi in perdita .
Ripristinato il tutto e sostituito la UY41 che è danneggiata la radio si è accesa e ho potuto esplorare tutta la gamma OM che, chiaramente, risulta completamente vuota, se facciamo eccezione per i disturbi. Sono riuscito a sintonizzarmi sulla Rai e mi chiedo, visto gli avvisi di inizio anno (2022) , se non è ancora stata chiusa o se qualcuno sta ritrasmettendo un canale FM sulle Onde Medie. Proverò la radio in ore serali/notturne x verificare se è possibile sintonizzarsi su emittente estere lontane.
Il risultato !
Ed ecco alcune immagini del risultato finale. Questa piccola radio possiede un design veramente molto bello ed attuale.