Cruto
alessandro
Cruto
Cruto
Alessandro
Cruto
Nato nel 1847 come Thomas Alva Edison e Galileo Ferraris con cui intreccerà la sua storia.
Ciò che mi ha spinto ad approfondire questo personaggio è il fatto che è praticamente sconosciuto ai più sebbene fu colui che diede una svolta epocale all’invenzione del secolo : la lampadina! Di umili origini si dedicò allo studio della chimica e della fisica che lo spinsero nella ricerca di una modalità per la creazione di diamanti artificiali. Come spesso accade, ogni uomo cerca di affrontare i problemi che gli si pongono innanzi attingendo dal proprio bagaglio di competenze. I suoi studi, la sua passione per i diamanti, furono il tassello fondamentale che lo spinsero a diventare il primo produttore mondiale di lampadine elettriche battendo sul tempo Thomas Alva Edison!
Chi ha veramente inventato la lampadina?
Per questa domanda sembra esistano mille risposte e la più gettonata sembra essere ” Edison ” ma se questa è l’unica risposta che riusciamo a darci allora possiamo serenamente metterci l’anima in pace : la ruota e l’acqua calda sono due invenzioni di Edison! Se invece vogliamo provare ad uscire un po’ dal ‘sentimento comune’ e analizzare i fatti, possiamo dire che Edison non inventò la lampadina, come neppure Cruto ma, quest’ultimo, trasformò un idea in realtà e se la stessa Philips decise di porre una targa per rendere onore al primo costruttore di lampadine … dobbiamo porci una domanda e analizzare i fatti oggettivi!
Era il 1802 (45 anni prima che Edison nascesse) quando Humphrey Davy dimostrò il funzionamento di una lampada ad arco che altro non era che una lampada elettrica che sprigionava una luce sfruttando l’arco voltaico ( in corrente continua chiaramente) che si veniva a generare tra due elettrodi in carbone. Questa è di fatto una lampada elettrica che venne utilizzata su larga scala per l’illuminazione pubblica. Per cui, se proprio vogliamo dare una paternità all’idea, questo inglese fu colui che pensò all’energia elettrica come fonte di luce. Tutto ciò che venne dopo non fu che un evoluzione di quest’idea.
Nel 1835 James Bowman Lindsay arriva a creare la prima lampada ad incandescenza e che quindi non sprigiona più luce per ‘arco elettrico’ ma per il riscaldamento di un elettrodo. Nel 1841 ( Edison non era ancora nato) , a Parigi , vennero installate lampade elettriche per l’illuminazione pubblica.
Nel 1872, il russo Alexander Lodygin (1847-1923) inventò una lampadina ad incandescenza e ottenne, per questo, un brevetto russo nel 1874. Trasferitosi successivamente negli Stati Uniti, cambiò il suo nome in Alexander de Lodyguine ottenendo brevetti per lampade ad incandescenza che impiegavano filamenti in cromo, iridio, rodio, rutenio, osmio, molibdeno (la cui dimostrazione avvenne nel 1900, alla Fiera Mondiale di Parigi) e tungsteno materiale, quest’ultimo, che troviamo ancora oggi nelle lampadine a filamento.
Nel 1875 viene registrato un nuovo brevetto per la lampadina elettrica a nome di Henry Woodward ma il brevetto è limitato negli Stati Uniti ; fu proprio questo brevetto numero US181613A che venne venduto a Edison che lo estese a tutto il mondo.
Il brevetto di Edison fu poi il US223898A registrato il 27-01-1880 e credo sia questo a cui la storia fa ( inspiegabilmente) riferimento . Edison però non aveva una lampadina funzionante, brevettò quindi un idea … un intenzione … un miglioramento delle precedenti lampadine che però, di fatto, non aveva. Edison possedeva molte qualità, la prima era sicuramente quella di avere molti soldi e molti amici influenti, la seconda quella di essere estremamente abile nello sfruttare i diritti giuridici ( registrò oltre mille brevetti di cui, molti, moltissimi , controversi!) .
Nel 1879 Alessandro Cruto era impegnato , sfruttando le sue competenze per la creazione di diamanti sintetici, a produrre un nuovo tipo di filamento che realizzò il 5-03-1980. Si trattava di un filamento sul quale veniva cristallizzato un sottilissimo strato di carbonio; in questo modo Cruto ottenne un filamento che, all’aumentare della temperatura, incrementava la propria resistenza elettrica. In pratica della grafite veniva fatta cristallizzare su un sottilissimo filo di platino per uno spessore di qualche centesimo. Il platino poi veniva portato in fusione lasciando quindi il carbonio cristallizzato che prendeva la forma di un sottilissimo tubo cavo. Questo enorme ‘dettaglio’ che rendeva il filamento di Cruto il primo filamento a coefficiente positivo, faceva in modo che, raggiunta una certa temperatura, la quantità di corrente veniva automaticamente diminuita e quindi la temperatura si stabilizzava non portando in fusione lo stesso. Tutti gli altri sperimentatori , Edison compreso, finivano con il bruciare i propri filamenti proprio perché all’aumentare della temperatura la resistenza elettrica si abbassava e, di conseguenza, la corrente aumentava costantemente fino alla distruzione del filamento. Sono proprio questi gli anni in cui Maxwell pubblicò, e rese quindi noto al pubblico, il lavoro di Georg Ohm la cui legge che proporziona la corrente in relazione alla resistenza e alla tensione avrebbe sicuramente aiutato molto i ricercatori dell’epoca.
In pratica le lampadine di Cruto emettevano una luce bianca per 500 ore ed erano economicamente sostenibili e pronte per essere messe in produzione, mentre i prototipi di Edison arrivavano appena a 40 ore con una luce giallastra e non erano industrializzabili.
Allo stato dei fatti, mentre Edison aveva registrato su scala mondiale un brevetto di un idea non sua ed era impegnato nel cercare di farla funzionare sperimentando sistematicamente e pedestremente ogni tipo di materiale ( cotone carbonizzato, bambù ecc…) per arrivare ad avere un ‘prodotto’ vendibile, Alessandro Cruto aveva , di fatto, risolto il problema ma non ebbe abbastanza denaro per registrare su scala mondiale un brevetto. Detto ancora più sinteticamente Cruto aveva la lampadina … Edison no!
La storia scrive che il 16-5-1883 Piossasco (che diede i natali Cruto) , un paese non molto distante da Torino, fu la prima città italiana ad essere illuminata da lampadine elettriche e, in seguito, Alpignano dove risiedeva la sua fabbrica di lampadine e Torino. Mentre nel resto del mondo, inefficienti lampade a gas o ad arco elettrico illuminavano con fievile luce gialla le strade … in Italia si installavano efficienti lampadine dalla luce bianca e brillante. Fu un enorme successo e iniziò cosi la produzione e la commercializzazione di lampadine elettriche che iniziarono ad illuminare tutte le città del mondo.
Alessandro Cruto fondò a Piossasco la prima fabbrica di lampadine del mondo che poi trasferì ad Alpignano sulle rive della Dora ( oggi museo) e, a pochi passi , costruì una piccola centrale elettrica sfruttando la forza del fiume per alimentare e collaudare le stesse. Le scarse finanze e, quindi, l’inevitabile presenza di soci, minò gravemente la tenuta di quell’impresa e Cruto dovette cedere ai soci la fabbrica di lampadine che, successivamente fu venduta dapprima a Edison e successivamente alla Philips. Trasferitosi a Torino, morì nella sua casa di corso Vittorio Emanuele 32 nel 1908, dove la Philips fece apporre una targa in sua memoria e onore.